2020, UN ANNO DAL QUALE IMPARARE MOLTE COSE.
PER RENDERE IL 2021 ANCORA MEGLIO DI QUANTO SPERIAMO
Stiamo per salutare, finalmente, il 2020: un anno senza precedenti, devastate oltre le più cupe previsioni. Un anno che ci ha fatto cambiare abitudini alle quali eravamo affezionati, proprio perché rappresentavano alcuni dei momenti più belli della nostra quotidianità, in luoghi che portiamo nel cuore e nei quali ci sentiamo, spesso, come (se non ancor meglio che) a casa. Mi riferisco, chiaramente, ai nostri pub di quartiere, al banco dove parlare del più e del meno con il publican e con gli amici, all’ultimo bicchiere “perché poi devo proprio andare…. (frase ripetuta all’infinito, durante le serate più impegnative)”.
La tensione emotiva con la quale affrontiamo i primi mesi del 2021 è palpabile: da un lato vediamo la luce in fondo al tunnel, dall’altro sappiamo che dovremo aspettare ancora un po’. Con il rischio che in questi mesi altre attività possano chiudere, altri produttori e imprenditori del settore possano non farcela, tra l’incertezza del futuro, la certezza delle spese da sostenere pur lavorando molto poco e il labile supporto delle istituzioni.
Il settore birrario artigianale italiano, si è detto, è ancora immaturo: non è capace di fronteggiare cataclismi come questo (e quale settore lo è…) e si presenta ancora troppo frammentato alla sfida del mercato attuale, così esigente in quanto a qualità dei prodotti, del packaging, della distribuzione capillare e dei costi da contenere il più possibile. I tanti birrifici italiani fanno pochissima birra cadauno: non siamo certo cintura nera di economie di scala. Ci sono mondi birrari molto più evoluti, imprenditorialmente. Ma ci sono anche molti contesti nei quali il mercato è più evoluto nel suo complesso: in Italia si beve poca birra, in generale.
Argomentazioni, queste, che non possono essere genericamente rispedite al mittente, ma che caratterizzano un po’ tutta la struttura imprenditoriale italiana. Però la gran parte dei birrifici ha reagito: magari in modo un po’ convulso, senza programmare con freddezza il proprio futuro ma gettandosi nel classico “cerchio di fuoco”, però moltissimi imprenditori non si sono dati per vinti e hanno accelerato di 4/5 anni in pochi mesi il loro avvicinamento al digitale, all’e-commerce, alle consegne dirette, a nuovi canali distributivi. La speranza è che il 2021 dia loro la capacità e la lungimiranza tali da sedimentare e rendere maturo quanto hanno svolto nel 2020, adattando queste esigenze alla loro collocazione strategica sul mercato. Perché ogni impresa deve conoscere perfettamente la propria collocazione, per adattarvisi al massimo e poter rendere al 100%: è inutile parlare di GDO quando produci 1000 hl di birra l’anno e probabilmente nessun pub nel raggio di 50 km ha un fusto del tuo prodotto, non fai consegne dirette e nessuno ti conosce. Probabilmente potresti essere una “local brewery” eccezionale, un attributo tutt’altro che negativo e una prospettiva imprenditoriale affascinante e solida, ma devi darti quell’appetibilità che porti la clientela ad identificarsi nei tuoi prodotti e nel tuo stile.
In merito ai prodotti che hanno visto la luce nel 2020, ci sono state comunque delle ottime sorprese: indubbiamente, ma questa è una considerazione personale, darei al Citra la corona di “luppolo dell’anno”: probabilmente per la sua disponibilità sul mercato, in quando luppolo di facile coltivabilità e perfettamente duttile tra amaro e aroma (molto, molto caratterizzante tra agrumi, frutti esotici, sfumature floreali e note pungenti, perfetto per delle single hop di carattere e di facile beva), il Citra è stato e probabilmente continuerà ad essere il “prezzemolino” presente in larga parte degli stili luppolati sviluppati dai vari microbirrifici. Oltre a questo e alle tantissime altre varietà usate dai nostri produttori, un plauso particolare deve andare ai produttori italiani di luppolo, che stanno lavorando con determinazione nel tentativo di creare una filiera completa di coltivazione e trasformazione. Con un augurio speciale: che si riesca a pensare in termini di filiera, valorizzando le collaborazioni necessarie per crescere veramente. Perché in questo ambito ancor più che in altri servono coltivazioni di qualità ma estensive, capaci di mettere sul mercato prodotti lavorabili, dalle note organolettiche peculiari e dai costi competitivi.
E proprio sul mercato è uscita, comunque e nonostante tutto, una valanga di prodotti artigianali interessanti, anche orientati a segmenti particolari in grande ascesa, come quello dei prodotti senza glutine: giusto per citarne alcuni tra i tanti possiamo ricordare Il Mastio, che ha proposto con la sua Biosfera un interessante crossover tra la filiera corta (produzione propria dell’orzo) ed il bassissimo contenuto di glutine, creando un filone di assoluto interesse ed ispirando sicuramente altri produttori nostrani che coniugano agricoltura e brassaggio. Ma anche Michele Sensidoni, birraio di Mastri Birrai Umbri, che ha proposto la sua interessante IpoSuperIpa, una superluppolata sotto i 1,2° alcolici: un mercato, quello delle analcoliche/low alcool, che nelle statistiche internazionali di consumo rappresenta una frontiera di enorme interesse per i prossimi anni. Agostino Arioli, birraio del Birrificio Italiano e guru nazionale del movimento, che in quanto a spunti innovativi non è secondo a nessuno (vedasi Klanbarrique), in questi giorni ha fatto uscire la sua Volèe, un prodotto spumantizzato senza l’utilizzo di mosto di uva. Non una IGA, quindi, stile nei confronti del quale le proposte di birre spumantizzate di questi ultimi anni si erano orientate con decisione, ma un prodotto divertente, fortemente dedicato al brindisi, impreziosito dall’uso di lamponi, bacche di sambuco, pepe nero e sale marino di Trapani. Un filone che, sono sicuro, continuerà ad ispirare Agostino per tante altre “one shot”, magari dedicate ai periodi di festa.
E voglio citare, tra le tantissime altre proposte del 2020, anche la Beegné dei miei conterranei mantovani Mister B, una pastry imperial stout in lattina con vaniglia, lattosio, cacao e noci: chissà come reagirà nel lungo periodo il mercato italiano a questi prodotti, tanto suadenti quanto di beva molto particolare, che così bene stanno andando negli USA. Ma come non chiudere segnalando progetti diversi, ma ugualmente meritevoli, di due birrifici che stanno particolarmente a cuore a UDB, perché ci accolgono stabilmente per i nostri corsi di degustazione: Luckybrews alla Ferriera Vecchia di Vicenza, con il suo nuovo e meraviglioso pub/tap room Lucky Tap, che ha colto l’occasione di questi mesi di chiusure e difficoltà per mettere a riposo delle splendide barrel aged, la imperial russian stout Ernesta Luigia (6 mesi in botte di bourbon) e la versione invecchiata in legno della scotch ale Winternest. Robuste e suadenti come piacciono a noi e di buon auspicio per accogliere prima possibile nuove magnifiche esperienze formative. Gli amici Eternal City Brewing di Roma, invece, rompono idealmente il lockdown con una “collaboration beer” prodotta proprio in questi mesi complicati insieme ai ragazzi di Bibibir, sempre più bravi e dinamici. Da questo bel connubio è nata la A24, celebrativa della autostrada più tortuosa e costosa d’Italia, collegamento tra Roma e Teramo, le città dei due birrifici. Una Hoppy Lager abbastanza muscolare, con i suoi 6,2°, ma di beva facilissima, che rappresenta l’anello di congiunzione tra le filosofie produttive di questi due bei birrifici: bevi bene, bevi tanto, bevi italiano e bevi ancora. Due imperativi, la collaborazione e il bere bene insieme, che anticipano quanto speriamo tutti che ci aspetti nel prossimo futuro.
I corsi di degustazione di UDB non si sono mai fermati: abbiamo condotto fino alla fine proprio il corso da ECB, ma anche quello organizzato in un innovativo trittico di splendidi siti produttivi a Latina, dove siamo riusciti ad unire idealmente East Side, Pontino e Losa, proponendo ai nostri corsisti una esperienza unica in location fortemente vocate per prodotti eccezionali e grande atmosfera. E ci siamo avvalsi, per le lezioni riguardanti la produzione, del grande Luciano Landolfi, il birraio di East Side che in questi anni ha dato più di tante soddisfazioni a chi lo segue assiduamente, noi compresi. Un’esperienza che cercheremo di ripetere prima possibile, anche grazie al supporto di rara efficacia e bravura di Tiziana Miscio, la nostra referente in loco che non finiremo mai di ringraziare abbastanza. Abbiamo dovuto mettere in stand by i corsi di Queen Makeda e del Golden Pot, altre nostre locations del cuore, ma siamo sicuri di poterli riattivare al più presto, contando sul sempre prezioso supporto di Pasquale, di Danilo e Riccardo e dei loro meravigliosi crews. Così come riattiveremo al più presto un corso che ci sta dando grandi soddisfazioni, per coinvolgimento e attenzione tanto dei corsisti quanto dei gestori Alessandro e Anja del locale Luppoli & Grappoli di Pescara, un vero e proprio cenacolo del gusto incastonato nel centro della città. Ma non ci limitiamo a finire le esperienze iniziate, perché a febbraio faremo partire uno splendido corso al Barch di Treviso, un locale con una piccola produzione birraria che rappresenta il meglio in quanto a distanziamento e confort: vedere per credere, considerata anche la meraviglia dell’antica barchessa che ospita e dà il nome a questo splendido brewpub/ristorante. E tutto questo non sarebbe possibile senza l’aiuto impagabile di Daniele Poggiana e Christian Laiti, veri e propri superesperti veneti capaci di spaziare con disinvoltura tra vino e birra, oltre che tra abbinamenti, chicche gustative e prodezze organizzative. E, rimanendo in tema, non vediamo l’ora di poter finalmente cominciare il nostro corso breve da Brew Gruff a Villafranca di Verona, un piccolo e promettente birrificio con una bella sala di degustazione perfettamente adatta allo scopo. Insomma, grazie a tutti i nostri referenti territoriali le nostre attività sono più vive che mai, nonostante le difficoltà: perché crediamo in una didattica in presenza, capace di catalizzare l’attenzione del corsista nel mondo della birra di qualità per tre ore senza distrazioni, in una dimensione fortemente interattiva e ipercoivolgente. E un ringraziamento va anche agli amici di VD Glass, perché il loro bicchiere Crafty è diventato ormai il nostro compagno di degustazioni più affidabile (finalmente non rompiamo più vagonate di bicchieri…) ed efficace.
Il 2020 ci ha tenuti lontano dai grandi eventi, che UDB ha presidiato negli ultimi anni con il massimo impegno, dando al’Associazione una visibilità ed un profilo veramente nazionali e, in qualche caso, anche internazionali: penso alla gestione dello spazio degustativo e di presentazione dei birrifici al Vinitaly, nella sezione Sol & Agrifood, ma anche al presidio costante delle degustazioni da Eataly Roma e nel grande Spring Beer Festival, oltre che in tante altre splendide iniziative sparse un po’ ovunque. Tante le collaborazioni, giusto per citarne alcune con Accademia delle 5T, con Gambero Rosso, con Repubblica o con gli amici di Onaf. Il 2021 però riserverà grandi sorprese, e l’impegno di UDB sarà amplificato e diffuso come non mai: stay tuned!
Ed un grazie di vero cuore finale va a tutti gli allievi che hanno seguito o stanno seguendo i nostri corsi, ma anche a coloro che aspettano il ritorno alla piena funzionalità dei nostri eventi di promozione della cultura birraria attraverso cene, festival, giochi e talk show di ogni genere. Tutte le esperienze, compresi gli sconti e le iniziative speciali, che indirizziamo a tutti ed in particolare ai nostri soci, che possono fruire delle agevolazioni UDB riconoscendo la quota annuale simbolica di 10 euro. Perché non dobbiamo mai perdere di vista l’obiettivo: promuovere senza sosta e nel modo più diffuso possibile i migliori prodotti, i produttori più capaci e le migliori tecniche produttive. Ma anche consigliando e sostenendo chi sta imparando e perfezionando le proprie capacità, infondendo fiducia nel proprio percorso di sviluppo. E senza dimenticare la preparazione di quante più persone possibili al consumo consapevole e orientato alla qualità, instradando nuove generazioni di degustatori mentalmente aperti e multidisciplinari, preparati a descrivere qualsiasi prodotto e capaci di offrire il proprio contributo anche professionale allo crescita di questo meraviglioso mondo. Con il cervello orientato a tutte le birre esistenti sul mercato, senza barriere o preconcetti, ma con il cuore che batte in particolar modo all’indirizzo dei produttori di birra artigianale ed alle loro splendide creazioni.
Tanti cari auguri di cuore da me e da tutto il Direttivo di UDB, il cui impegno quotidiano per l’Associazione è pari soltanto all’indeterminabile mole di passione: per un 2021 pieno di abbracci, di bicchieri condivisi durante i festival e di risate ad un bancone. Pieno di tavolate al ristorante, di eventi caotici e sovraffollati e di quella gioia che ha da sempre accomunato birre e appassionati. UDB sarà sempre con voi, per imparare e divertirsi insieme. In alto i boccali!